Con circa 1.500 punti vendita in Italia, soprattutto nelle piccole e medie cittadine di provincia, Crai festeggia nel 2023 i primi 50 anni di attività. Un traguardo importante che rilancia la strategia dell'insegna della grande distribuzione organizzata verso una sempre maggiore valorizzazione del tessuto socio-economico locale che trova nel supermercato di vicinato il suo principale asset. "Attraverso i nostro affiliati, diamo un servizio al territorio e alla sua filiera. In alcuni casi, i fornitori sono così localizzati e di nicchia che non passano nemmeno dai nostri centri di distribuzione ma arrivano direttamente sugli scaffali dei nostri supermercati. Insomma, una catena davvero molto corta", ha spiegato Mario La Viola, direttore commerciale e sviluppo di Crai.
La riscoperta del negozio di vicinato ha premiato la strategia Crai.
Complice la pandemia, l'insegna nata nel 1973 ha goduto della riscoperta del commercio di vicinato. Un trend che ha saputo reggere il superamento dell'emergenza e rilanciare format di dimensioni contenute (il grosso dei negozi, infatti, si pone nel range 300-500 mq) ma capaci di presidiare il territorio fino a diventare dei veri e propri luoghi di incontro socio-economico, degli asset per le comunità micro-locali (in linea con il payoff "Nel cuore dell'Italia"). Alla base, il principio cardine della cooperazione: "Fa parte del nostro Dna e lo abbiamo riconosciuto anche in Federdistribuzione, associazione di categoria alla quale abbiamo deciso di aderire a fine maggio. Oggi, sembra banale dirlo, ma l'unione fa la forza", ha affermato La Viola. D'altronde, le sfide non mancano. Se nel 2022 l'insegna ha registrato 3 miliardi di euro di fatturato su tutta la rete (comprese gli altri brand, il cash&carry e le varie divisioni territoriali), nel 2023 le cose si sono leggermente complicate. "Come tutti gli operatori del settore, stiamo scontando l'effetto dell'inflazione sulle abitudini di acquisto degli italiani. Un fenomeno ormai maturo che si traduce in una contrazione dei volumi di spesa a fronte di fatturati in aumento a causa della crescita dei prezzi. Detto diversamente, i clienti stanno riducendo il numero di pezzi nel carrello", ha sottolineato il manager.
Mdd Crai, l'asso nella manica per fidelizzare i clienti.
Per uscire da questa spirale, in attesa di tempi migliori a livello macroeconomico, Crai sta portando avanti due azioni parallele: da un lato, la revisione dei costi di gestione della rete; dall'altro, un restyling dell'assortimento. E questo perché, nel frattempo, anche le richieste dei clienti sono mutate: "L'obiettivo finale è quello di difendere la marginalità. Questo avviene in diversi modi: dalla revisione di alcuni prezzi a quella della composizione dei nostri scaffali passando per campagne marketing mirate ad aumentare la convenienza e il percepito di convenienza della nostra offerta", ha spiegato La Viola. Asset strategico in questo senso è senza dubbio la marca del distributore, che oggi copre una quota del 20% dell'offerta totale Crai. Una percentuale che, in prospettiva, punta a crescere grazie alla qualità sempre maggiore delle private label ormai capaci di competere con le marche nazionali e generare un effetto di fidelizzazione che dalla singola referenza si allarga all'intera insegna.
Mario La Viola (Crai): "Sostenibilità? Un tema ambientale e sociale che impatta sui consumi".
A impattare sulla costante revisione dell'offerta c'è il tema della sostenibilità: "Dalle materie prime alla ricettazione passando per il packaging e una filiera tracciabile, i prodotti sugli scaffali della Gdo sono sempre più in linea con le esigenze e la sensibilità dei consumatori. Qualche esempio? Le nostre short collection, ossia una serie di prodotti realizzati con confezioni riciclate e riciclabili oppure i nostri carrelli della spesa, fabbricati con materiale plastico recuperato da mare e spiagge - ha raccontato La Viola - Senza dimenticare i risvolti sociali della sostenibilità: con i nostri punti vendita in piccole località siamo a tutti gli effetti una fattore di occupabilità e un aggregatore di iniziative solidali. In Veneto, solo per citare un caso, un affiliato Crai ha dato vita a una corsa podistica benefica (Samuran, ndg) che partita come un evento locale ha via via raccolto sempre più partecipanti". A tendere, l'idea è quella di mettere a fattor comune queste esperienze grazie all'introduzione nell'organigramma di una figura che si occupa proprio della social responsability.
Crai sostiene il Premio Bezzo.
Le stesse basi su cui Crai ha costruito il sostegno al Premio Bezzo, dedicato a Giuseppe Bezzo (scomparso nel 2016), fra i padri fondatori della cooperativa Crai: "Ho avuto modo di conoscerlo di persona - ha confidato La Viola - e posso testimoniare il suo impegno per la cooperazione fra gli attori della filiera, la sua capacità di semplificare la complessità, di risolvere i problemi con scelte concrete. Per questo la partecipazione al Premio Bezzo (che quest'anno è dedicato alla valutazione sostenibile dei piani formativi degli istituti alberghieri, ndr) ci riempie di orgoglio". La premiazione è in calendario per il 5 giugno a Milano, presso l'IPSEOA “Carlo Porta". L'evento sarà preceduto da una tavola rotonda dedicata alla formazione. Arricato alla sua terza edizione, il premio rappresenta la tappa di un percorso promosso dalle associazioni Aiquav, Aregai e Plef per la promozione della ristorazione virtuosa, sia nel fuoricasa che nel turismo, nell'anno europeo delle competenze. Aperte quindi le iscrizioni all'appunamento che inizierà alle 17.30 e sarà diviso in due parti: una tavola rotonda di approfondimento e la cerimonia di premiazione. Per registrarsi, questo il link.