Il tableware in Italia vale 7,62 miliardi di euro e l'Horeca è in crescita per il 33% dei produttori
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Tableware, più personalizzazione per la mise en place

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- Tableware mercato Italia - RCR Cristalleria prodotti - Tognana piatti ristorazione

Le aziende del tableware guardano alla ristorazione commerciale per recuperare i margini ridotti nel segmente retail, puntando su innovazione e differenziazione. Perché se la materia prima è essenziale per l'esperienza a tavola, il gusto passa anche dalla mise en place i cui elementi diventano parte dell'identità del brand. E in un mercato tendenzialmente stabile come quello dell'arredo tavola, anche la volontà di cambiare un bicchiere o un piatto da parte delle insegne del fuoricasa può fare la differenza per i produttori. 

I numeri del tableware in Italia e la ripresa dell'Horeca. 

Secondo l’ultima rilevazione disponibile effettuata dall’Osservatorio Art- Arti della tavola e del regalo (dati 2023) il tableware in Italia vale 7,62 miliardi di euro e prosegue il trend positivo degli ultimi anni anche nel primo trimestre del 2025, con i dati a consuntivo che segnalano una ripresa del canale Horeca per il 33% delle aziende produttrici. Il motivo? La richiesta di novità da parte dei ristoratori che puntano sull'arredo tavola per differenziare la propria proposta gastronomica e far risaltare lo stile del locale. Che sia con un calice personalizzato oppure un piatto colorato.

RCR Cristalleria, priorità alla ristorazione e alla mixology. 

Con oltre 50mila calici o bicchieri prodotti al giorno, RCR Cristalleria è uno dei colossi nazionali ed europei dell’arredo tavola: 50 milioni di fatturato, di cui l’80% generato tramite l’export (dagli Usa alla Gran Bretagna, passando per il Vecchio Continente, i paesi del Golfo, il Nord Africa e l’estremo oriente). Dopo un 2024 sfidante e un 2025 iniziato sulle stesse dinamiche, appesantite dalla minaccia dei dazi Usa e dalle tensioni geopolitiche globali, l’azienda punta sull’Horeca per recuperare la difficoltà delle vendite al dettaglio. "RCR nasce negli anni ‘60 dedicandosi al retail e alle liste nozze - racconta Roberto Pierucci, ceo di RCR Cristalleria - Dagli anni 2000 ci siamo buttati sulla ristorazione mettendo un accento sempre più forte sulle performance del prodotto. Ancora oggi, questo è un mercato in pieno sviluppo per noi. Pian piano stiamo allargando il nostro network collaborando sia con grossisti e distributori specializzati sia direttamente con gruppo ristorativi o catene di ristorazione".  Tre le macroaree di interesse nel fuoricasa: l’arredo tavola tout court, la mixology e le degustazioni. Fiore all’occhiello, i calici realizzati in Luxion: "Un crystal glass con una formula che contiene almeno il 10% di ossidi nobili secondo una ricetta brevettata che rende il calice più resistente sia agli urti sia ai lavaggi e quindi all’opacizzazion"», afferma Pierucci.

rcr tableware

Per quanto riguarda il tableware, l’azienda di Colle Val d’Elsa (SI) lancia ogni anno almeno 2-3 nuove linee di prodotto, per un totale di 20-25 referenze pensate per stimolare un mercato che sempre di più punta sulla semplicità: "Che sia una trattoria o un ristorante stellato la priorità è la personalizzazione - racconta Pierucci - Se prima si cercava di mettere sulla tavola almeno 2-3 calici diversi per i vini e poi un altro paio di bicchieri per l’acqua e le altre bevande, oggi questo approccio è minoritario. Meglio avere un calice solo, ma che identifichi lo stile del locale". Detto diversamente: spazio a calici universali che funzionino sia per il rosso (quindi con la giusta apertura per l’ottimale ossigenazione del contenuto) che per il bianco (attraverso uno sviluppo verticale che accompagni l’ascesa degli aromi) e pure per le bollicine (con delle particolari micro-incisioni laser che favoriscono il perlage). A fianco, un bicchiere per l’acqua, "meglio se colorato". Discorso diverso, invece, per la mixology (segmento in cui RCR può contare sulla partnership con IBA - International bartenders association): "Il nostro approccio punta, da un lato, a una stretta collaborazione con i professionisti del settore al fine di trasformare un contenitore in uno strumento tecnico. Dall’altro lato, attraverso la mixology vogliamo intercettare un pubblico giovane, più attento all’ambiente. Così nascono il bicchiere in vetro per il Moscow Mule oppure la linea per i Tiki Cocktail", conclude Pierucci.


Villeroy & Boch, focus sulle catene della ristorazione premium. 

Qualità, resistenza e un design curato nei minimi dettagli sono le caratteristiche che contraddistinguono ogni creazione di Villeroy & Boch studiate per rispondere alle esigenze del settore dell’ospitalità, garantendo funzionalità, durabilità e facilità di impilaggio. Elementi che hanno garantito all’azienda di chiudere l’anno fiscale 2024 con un fatturato record pari a 1,41 miliardi di euro (+57,6% rispetto all’anno precedente). In particolare, "la divisione Dining & Lifestyle ha generato un fatturato di 319,3 milioni di euro. Nonostante un contesto economico difficile, il fatturato è rimasto stabile rispetto all’anno precedente. In particolare, si è registrata una crescita nel business dedicato a progetti per hotel e ristoranti. Comprese le catene di ristorazione che, sebbene in Italia non siano ancora particolarmenmicro te diffuse, stanno dando vita a concept anche nel segmento medio-alto del mercato a cui si riferisce il marchio attraverso il partner distributivo Broggi", spiega Burkhard Schmidt, sales director hospitality di Villeroy & Boch.

villeroy boch tableware

Fra le collaborazioni spiccano Vesta, Dal Bolognese, Cannavacciuolo Bistrot, Iginio Massari, La Ménagère, Cova, AB di Alessandro Borghese. Qui trovano spazio alcuni dei best seller e delle novità del catalogo Villeroy & Boch. Della prima categoria fanno parte Stella o Affinity, prodotti che "rappresentano la base ideale per creare design personalizzati, da semplici loghi a decorazioni complete. Queste soluzioni su misura si integrano perfettamente con gli interni e l’atmosfera di ristoranti e hotel, contribuendo a valorizzare l’esperienza degli ospiti", afferma Schmidt. Fra le novità, invece, gli ultimi lanci sono stati quelli di Afina (linea elegante in bianco, caratterizzata da dettagli raffinati) e Perlemor (look di tendenza ottenuto grazie all’utilizzo di porcellana di alta qualità ed elevata resistenza prodotta in Germania).


Tognana riposiziona il Made in Italy. 

Dopo il grande rimbalzo post-Covid del 2023, la divisione Tognana Professional si è assestata intorno ai 18-19 milioni di fatturato nel 2024 (50% Italia e 50% estero fra Germania, Francia, Spagna, Est Europa, paesi del Golfo, Usa e Brasile) a fronte di un risultato di gruppo pari a 85 milioni di euro. Performance merito della vendita di circa 5-6 milioni di pezzi dedicati all’arredo tavola per l’Horeca. Comprese la linea Tex Mex: "Lanciata all’ultimo HostMilano, ha riscosso subito un grande successo grazie al ricorso all’acciaio inox. Di fatto - racconta Marco Marocchi, sales & marketing manager Tognana - abbiamo inaugurato una nuova categoria di complementi per l’arredo tavola dal sapore un po’ vintage". Un risultato che racconta meglio di altre cose i trend in atto nel fuoricasa e l’innovazione in casa Tognana. In sintesi, più personalizzazione e riposizionamento dello stile Made in Italy.

tognana tableware

"Oggi, resistenza, durezza e funzionalità sono elementi che il professionista dà per scontato quando sceglie l’arredo tavola. La differenza la fa la personalizzazione del prodotto e la sua capacità di veicolare il look&feel del punto vendita. Spazio quindi a soluzioni di ottima qualità, siano esse colorate o bianche, che si prestano a esaltare il lato estetico della ricetta e coerenti con il posizionamento del locale. Insomma se sono saltate tutte le regole classiche della mise en place, è forte la ricerca di prodotti ad alta connotazione che trasformano il contenitore in un componente dell’esperienza fuoricasa", aggiunge Marocchi. Approccio che funziona sia nel fine dining sia nel food retail. "Abbiamo diverse collaborazioni con le insegne della ristorazione a catena, tutte caratterizzate da un rapporto diretto con chi si occupa degli acquisti - conclude Marocchi - La speranza è che queste realtà strutturate aumentino e trainino con sé un nuovo modo di concepire la ristorazione; soprattutto a livello imprenditoriale".

di Nicola Grolla

NB: L'articolo è tratto da RMM 2/2025, disponibile a questo link: https://ristorazionemoderna.it/magazine/ristorazione-moderna-magazine.html