La ricerca di CSA Reserach per HostMilano ha coinvolto 8.000 intervistati sul tema del mangiare fuoricasa
La ricerca di CSA Reserach per HostMilano ha coinvolto 8.000 intervistati sul tema del mangiare fuoricasa
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Le declinazioni del consumo fuoricasa secondo CSA Research

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- CSA Reserach ricerca fuoricasa - HostMilano 2025 date - Dati consumi ristorante

Piacere, pausa funzionale o esperienza da condividere? Mangiare fuoricasa cambia significato a seconda del mercato, come sottolinea un'analisi CSA Research. Pubblicato in occasione della presentazione della 44° edizione di HostMilano (dal 17 al 21 ottobre a Rho FieraMilano), la ricerca ha indagato comportamenti e abitudini di consumo in alcuni tra i più rappresentativi mercati internazionali attraverso 8.000 interviste in Italia, Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti e Paesi del Golfo. Il risultato è stato un quadro sfaccettato e in continua evoluzione, utile per comprendere quali differenze culturali e nuovi fattori di scelta possano trasformarsi in opportunità di business emergenti per gli operatori del settore.

In Italia si preferisce la cena e si premia sapore e varietà del menu.

Partiamo dall'Italia, sede di HostMilano. Nel nostro Paese, oltre il 63% degli intervistati ha dichiarato di aver mangiato fuori almeno una volta nella settimana precedente. Le occasioni preferite sono la cena (50,3%) e il pranzo (25,9%), mentre tra le motivazioni prevalgono lo svago (37,4%), il desiderio di condividere tempo con familiari e amici (28,6%) e la voglia di mangiare bene (7,6%). A scegliere con più frequenza questi format sono gli uomini (69%), soprattutto nella fascia 18-54 anni, laureati, residenti in aree urbane e con buona disponibilità economica. La scelta della cena come momento privilegiato rafforza l’idea di un consumo connotato da un desiderio di gratificazione e socialità, in cui il valore esperienziale è tanto importante quanto quello nutrizionale. La scelta del locale dipende da fattori come il sapore degli ingredienti (27,3%), il menu proposto (27,7%), la comodità logistica e il rapporto qualità-prezzo. Il valore nutrizionale degli alimenti, ad esempio, è un criterio importante per il 18,4% degli intervistati, mentre il 25,5% dichiara di scegliere un locale anche in base all’origine degli ingredienti. Quasi il 30% dei consumatori valuta inoltre in modo positivo la presenza di opzioni salutari nel menu. Fattori che, coniugati con la richiesta di chiarezza sulle materie prime e trasparenza dell’offerta, suggeriscono una trasformazione profonda del rapporto tra cliente e ristoratore, in cui la fiducia si costruisce anche attraverso la qualità dichiarata e verificabile del cibo.

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Spagna, Francia e Germania: ecco come si declina la qualità in Europa. 

Alcune affinità con il contesto italiano si ritrovano anche a livello europeo. In Spagna, Francia e Germania il pasto fuoricasa si conferma rito sociale fortemente codificato, in cui gioca un ruolo chiave la convivialità. Tuttavia, se anche in Germania domina la cena con il 48,4% delle preferenze (con una concentrazione di pubblico nella fascia 25-44, residente in città), in Spagna e Fancia prevale il pranzo (47,1% e 40,2%) privilegiato dai giovani adulti nel primo caso e dalle donne over 35 nel secono. Di certo, per tutti i consumatori europei considerati, è l’importanza attribuita all’esperienza complessiva a fare la differenza: non solo il cibo, ma anche il servizio, l’ambiente, la narrazione. Detto diversamente, la qualità rimane un fattore fondamentale sebbene con connotazioni diverse a seconda del contesto culturale. In Francia, il menu proposto è al primo posto tra i criteri di scelta (31,7%), seguito dal rapporto qualità-prezzo (27,9%) e dalla reputazione del locale (20,5%). In Spagna, i fattori determinanti sono il menu (30,1%), il rapporto qualità-prezzo (28,8%) e la vicinanza del locale (24,3%). In Germania, il focus è più orientato alla funzionalità: dominano il rapporto qualità-prezzo (30,2%), la vicinanza (25,7%) e il menù (24,3%), ma si registra anche una crescente attenzione all’origine degli ingredienti (21,3%) e alla trasparenza dell’offerta.

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Nei Paesi anglosassoni vince la funzionalità del pasto. 

Diverso, invece, il discoro per i mercati anglosassoni. Nel Regno Unito e negli Stati Uniti (dove la media settimanale delle uscite fuoricasa tocca il picco delle 13,2 occasioni), il consumo fuoricasa risponde principalmente a esigenze di funzionalità e immediatezza. L’esperienza è meno ritualizzata e più centrata sull’individuo: si mangia per comodità (31,4% in Uk e 26,7% negli Usa) o per mancanza di tempo per cucinare. Il fast food domina nettamente la scena, con una frequenza di visita pari all’82,9% negli Usa e al 72,7% nel Regno Unito, seguito da locali informali e catene quick service. La priorità è data al rapporto qualità-prezzo (25,2% Uk e 23,1% Usa) e alla valutazione nutrizionale dell’offerta. In entrambi i Paesi, la scelta del locale è spesso legata alla rapidità del servizio e alla possibilità di consumare pasti individuali in tempi ridotti, confermando un approccio altamente pragmatico alla ristorazione.

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Sicurezza, status e famiglia: le priorità per i Paesi del Golfo. 

Di tutt'altro genere, infine, è l'approccio dei Paesi del Golfo al mangiare fuoricasa che diventa un momento di celebrazione familiare, spesso legato a status sociale, sicurezza e apertura all’innovazione. Gli intervistati mostrano una tra le più alte propensioni a mangiare fuori, con una media settimanale di 8,3 uscite. La scelta del locale è fortemente influenzata da reputazione (25,9%), qualità del servizio (27,1%) e atmosfera (24,8%). Elementi che delineano un pubblico attento non solo al cibo, ma anche all’esperienza complessiva. I fast food (scelti dall’83,5% degli intervistati) sono percepiti come ambienti familiari e rassicuranti, spesso frequentati da gruppi e famiglie, soprattutto in contesti urbani ad alta densità. Cresce anche l’interesse verso locali ben curati nel design (15,4%), riconoscibili, con una presenza attiva sui social media, capaci di offrire un’identità chiara e contenuti instagrammabili. In questo scenario, la ristorazione diventa un segno distintivo di stile di vita, in cui la qualità percepita è strettamente legata alla presentazione, al contesto e alla notorietà del locale.