Preoccupati per il caro-vita, gli italiani vedono nei buoni pasto un presidio per il loro potere d'acquisto secondo il Barometro Food 2025 di Edenred. Dalla ricerca internazionale, estesa a 52mila dipendenti e 1.100 ristoranti in 21 Paesi, infatti emerge che questo benefit è sempre più centrale per i lavoratori e diventa un vero e proprio sostegno alle spese quotidiane delle famiglie.
- Per l'87% dei lavoratori italiani, buono pasto fondamentale per gestire il budget alimentare.
- Con i buoni pasto, maggiore accesso a un'alimentazione più sana e sostenibile
- Fabrizio Ruggero (Edenred): "Buoni pasto, un motore che sostiene la ristorazione".
- Come è cambiata la legislazione sui buoni pasto.
Per l'87% dei lavoratori italiani, buono pasto fondamentale per gestire il budget alimentare.
Di fronte a un'inflazione che continua a erodere il potere d'acquisto, quasi 9 lavoratori su 10 (88%) si dichiarerebbero disposti a ridurre le uscite al ristorante. In questo contesto, i buoni pasto si consolidano come uno strumento centrale per il potere d'acquisto, con una valenza in Italia ancora più marcata rispetto al resto d'Europa. L’87% di chi lavora in Italia considera il buono pasto fondamentale per gestire il proprio budget alimentare, un dato superiore alla media continentale (81%). Per i ristoratori, l'impatto è diretto: accettare i buoni pasto consente di aumentare il fatturato (67%), incrementare la frequenza dei clienti (50%) e attrarre nuova clientela (33%). Nel nostro Paese, il rapporto qualità/prezzo (87%) e il prezzo del pasto (79%) sono criteri di scelta ancora più importanti rispetto alla media europea. Ma non solo: la possibilità di utilizzare i buoni pasto è un fattore determinante per il 70% di chi lavora. L'assenza di questo strumento, d’altra parte, avrebbe conseguenze negative: l'83% teme una perdita netta di potere d'acquisto (contro il 70% in Europa) e il 43% frequenterebbe meno i ristoranti.
Con i buoni pasto, maggiore accesso a un'alimentazione più sana e sostenibile
Dall'indagine sui buoni pasto emerge una spinta di questo strumento verso un'alimentazione più sana: il 68% dei lavoratori italiani presta sempre più attenzione a questo aspetto e l'80% si aspetta un'offerta salutare dai ristoranti. Il buono pasto si rivela una leva importante per orientare le scelte: quasi il 77% degli italiani migliorerebbe la qualità dei propri pasti se l'importo del buono raddoppiasse, una percentuale superiore alla media europea (69%), a testimonianza di una forte aspirazione a un cibo migliore. Dal lato dell'offerta, il 63% dei ristoratori ha rilevato una crescita della domanda di piatti salutari, ma il 53% conferma che i costi di preparazione più elevati rappresentano un ostacolo. Queste dinamiche si associano al tema della sostenibilità: in Italia, l'84% dei lavoratori italiani è preoccupato per lo spreco alimentare (11 punti sopra la media Ue) e l’80% vuole sapere quali ristoranti adottino pratiche per ridurlo. E i ristoratori rispondono: l'89% dichiara di aver implementato misure antispreco, in particolare riutilizzando gli ingredienti per creare nuove ricette (50%) e lavorando con fornitori sostenibili (43%), pratica quest’ultima adottata nel 26% dei casi dai ristoratori europei.
Fabrizio Ruggero (Edenred): "Buoni pasto, un motore che sostiene la ristorazione".
"La ricerca conferma il doppio valore, sociale ed economico, del buono pasto - ha commentato Fabrizio Ruggiero, ad di Edenred Italia - È uno strumento che tutela il potere d'acquisto delle famiglie e, allo stesso tempo, un motore che sostiene il settore della ristorazione. I dati, però, ci mostrano un potenziale ancora inespresso: emerge una chiara richiesta degli italiani verso un’offerta alimentare più sana e di qualità, oggi frenata da limiti di budget. Potenziare il buono pasto, adeguando la sua soglia fiscale a un contesto economico segnato dall’inflazione, significa innescare un circolo virtuoso a beneficio di tutto il sistema: più potere d'acquisto per le persone, più consumi per esercenti e filiera e in definitiva un impulso positivo per l'intera economia del Paese".
Come è cambiata la legislazione sui buoni pasto.
La ricerca Edenred arriva dopo che, dall'1 settembre, è entrato in vigore il tetto massimo del 5% sulle commissioni per i buoni pasto che garantirà un risparmio per bar e ristoranti che li accettano. Si tratta dell'effetto della fine del periodo transitorio introdotto dal Ddl Concorrenza, varato a dicembre 2024, ed estende al settore privato una norma già in atto nel pubblico. L'obiettivo è quello di coinvolgere una platea di 2,8 milioni di lavoratori che utilizzano questi benefit e sgravare i pubblici esercizi da una gabella media dell'11%. Per i lavoratori che utilizzano questi sistemi di pagamento, va detto, non cambia nulla (il valore medio attuale è di 6,75 euro a buono). Anche le modalità di utilizzo rimarranno le stesse. Le modifiche più consistenti sono per le società emettitrici dei buoni pasto (che solitamente vendono il vouchder a un prezzo scontato alle aziene per poi rifarsi con le commissioni) e i punti vendita che li accettano.