Da una disavventura personale arriva Fòvet, la soluzione ideata da Alessandro Pozzi e il team Fextal Srl per una pizza sempre calda anche in food delivery. Si tratta di un contenitore automontante con il claim "Lui scalda tu gusti!". L'obiettivo? Intercettare la crescita del packaging alimentare, un settore che muove 78 miliardi di euro a livello globale grazie all'affermarsi delle ordinazioni a domicilio. Settore in cui la pizza, da sola, vale due miliardi a livello europeo.
Ma come nasce questa idea? "Ero rimasto imbottigliato nel traffico milanese - racconta Pozzi - sono arrivato a casa con le pizze da asporto ormai fredde. Lei ha fatto una scenata e se n'è andata per sempre. Certo, la pizza era solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma in quel momento mi si è accesa la lampadina: perché nessuno ha mai risolto questo problema?" Da quella domanda è nato Fòvet che, di fatto, risolve tre problemi in un colpo solo:
"Fòvet arriva nel momento giusto - spiega Pozzi - Le analisi di NielsenIQ e Euromonitor dicono la stessa cosa: il mercato vuole sostenibilità, funzionalità termica, design che fa la differenza. Noi abbiamo messo insieme tutto questo in un solo prodotto", L'obiettivo è ambizioso: partire dall'Italia, espandersi in Europa nel primo anno, conquistare il 90% del mercato italiano del packaging per pizza entro cinque anni e poi procedere alla conquista del mercato globale. Per riuscirci, Fòvet ha deciso di utilizzare gli stessi materiali biodegradabili dei cartoni classici ma allo stesso costo per il pizzaiolo delle alternative tradizionali. Inoltre, il packaging è già predisposto per ospitare QR Code e simili con cui migliorare la tracciabilità e monitorare i feedback dei consumatori. Infine, "il brevetto non copre solo le pizze - precisa Pozzi - Funziona con qualsiasi cibo che deve restare caldo durante il trasporto. Pollo fritto, hamburger, focacce. Ovunque serva mantenere temperatura e croccantezza".
Fextal ha pensato a quattro strategie per portare Fòvet sul mercato: vendita diretta a pizzerie e catene (B2B), versione per i consumatori che vogliono portarsi la pizza a casa dagli amici (B2C), licenze di produzione per i mercati esteri e personalizzazioni in white label per i grandi brand. A sostenere queste strategie, un incessante lavoro di ricerca e sviluppo: "Arriviamo fino all'idea, alla protezione brevettuale, agli studi di fattibilità, alla fase alpha. Noi investiamo sui concept, ci prendiamo tutti i rischi della fase iniziale. Poi cerchiamo partner: aziende che già operano nel settore e per cui sviluppare il prodotto costa poco, oppure investitori che credono nel progetto fin dall'inizio e vogliono salire a bordo. Questi sono gli investitori della prima ora: non rischiano al buio, investono poco e massimizzano i risultati", conclude Pozzi.