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Il food retail traina la ripresa del commercio moderno nei dati di Confimprese
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Confimprese: 3.000 punti vendita in più nel 2023, molto food retail

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Tremila punti vendita in più nel 2023, sia diretti che in franchising, a fronte di 650 chiusure. La stima del Centro studi Confimprese sul commercio moderno. Un settore che mostra una buona tenuta rispetto al commercio tradizionale, penalizzato dal successo dell'online. Le insegne afferenti all'associazione (450 brand commerciali, 90mila punti vendita e 800mila addetti) hanno reso vivi centri città e shopping destination (grazie a una media di 1.000 negozi aperti dal 2018 al 2022) raggiungendo una nuova maturità in termini di sviluppo. 

Confimprese: la ristorazione (+14%) guida la ripresa del commercio.

Nei settori merceologici il quadro riflette in parte ciò che è avvenuto nei mesi successivi alla pandemia nel 2020, quando l’Osservatorio Confimprese aveva già delineato la maggiore ripresa e successiva tenuta dei consumi del settore altro retail, dovuta alle mutate abitudini di vita delle famiglie italiane. Tali aumenti determinano rispetto al totale dei punti vendita di ogni settore una variazione positiva pari a +6% per altro retail, +5% per abbigliamento-accessori e +14% per la ristorazione. Per il 63% delle imprese, le strategie di nuove aperture nazionali hanno risentito dell’attuale situazione di contesto economico-politica internazionale. A risentirne maggiormente è la ristorazione che, nonostante l’andamento positivo del mese di febbraio 2023 con cui si è lasciata alle spalle il periodo nero dell’emergenza sanitaria con una chiusura mese del +10,4% su febbraio 2019, soffre il clima di incertezza generale. Lo dichiara il 73% dei retailer, seguito dal 62% del comparto altro retail e dal 50% delle aziende operanti nell’abbigliamento-accessori.

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Mario Resca (Confimprese): "Il commercio moderno si difende: 2.900 aperture nel 2023".

"Il sistema Confimprese, sia pure nelle difficoltà che il Paese sta attraversando, continua a crescere. In controtendenza rispetto a quanto sta avvenendo nel commercio tradizionale - afferma Mario Resca, presidente Confimprese - Il commercio moderno si difende in modo più strutturato grazie alla forza del marchio, alle economie di scala e alla revisione del rapporto con il consumatore posto al centro delle strategie di comunicazione. Nel 2023 il nostro centro studi stima 2.900 aperture di nuovi punti vendita. Un traguardo che testimonia la buona tenuta del retail, un motore decisivo per lo sviluppo del Paese, che a causa della pandemia è stato costretto a guardarsi all’interno, ripulire le proprie reti selezionando con maggiore accuratezza i propri partner e fornendo ai partner stessi offerte meglio strutturate a un consumatore che analizza, studia e sceglie i prodotti e acquista non solo dove c’è un’offerta adeguata per le sue esigenze di portafoglio, ma anche dove c’è innovazione".

Mancanza di personale e materie prime: le sfide del 2023.

Tra gli elementi di criticità segnalati dalla base associativa Confimprese ve ne sono due che rischiano di penalizzare lo sviluppo distributivo: la mancanza di personale e di materie prime, entrambe frutto della pandemia e del clima di incertezza generale. Le catene faticano a trovare personale di vendita, magazzino, cassieri, cuochi, addetti di sala, alla griglia e camerieri. Spesso per attrarli, trattenerli e combattere l’assenteismo presente in tutti i settori merceologici, i direttori hr mettono a punto strategie mirate di incentivazione e rewarding. Le difficoltà maggiori per la ricerca di manodopera si riscontrano al Nord. Più ricettivo il Sud, che al momento rappresenta un serbatoio in cui attingere risorse.

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Confimprese: centri commerciali in ripresa, negozi di prossimità pure.

Nei canali di vendita si registra un rinnovato interesse per i centri commerciali che, fortemente penalizzati sia durante la pandemia sia nei primi 5 mesi nel 2021 quando per decreto legge ne è stata decretata la chiusura durante i fine settimana e nei festivi, sono indicati da oltre il 60% delle aziende come canale prioritario per le aperture. Una percentuale che arriva al 75% per le aziende del comparto abbigliamento-accessori. Tale evidenza è anche frutto dell’impegno da parte dell’industria dei centri commerciali di ripensarsi per diventare sempre più luoghi di aggregazione, e non solo di consumo, e contrastare così l’avanzata dell’eCommerce. Il secondo canale di preferenza è quello dei negozi di prossimità, indicato come prioritario dal 62% del settore altro retail. La prossimità indica le aree periferiche delle metropoli e cittadine di provincia che, divenuto un canale di riferimento durante la pandemia, anche oggi continua a intercettare le mutate abitudini d’acquisto dei consumatori, che scelgono i negozi di vicinato per comodità e abitudine consolidata. 

Attese 650 chiusure: ecco i motivi.

Sulle cause delle 650 chiusure previste nel 2023 pesano principalmente due fattori, diretta conseguenza del Covid: i mancati ricavi entrambi denunciati da quasi 1 retailer su 2 (48%) e l’eccessiva onerosità degli affitti, su cui pesano anche gli aumenti Istat, denunciata dal 39% delle insegne. Sono valori percentuali in linea con quanto osservato nel 2022. Tra le altre motivazioni, che esulano dal contesto pandemico, troviamo il processo di razionalizzazione della rete già in corso da anni (43%), la scadenza del contratto con il franchisee (13%) e la scadenza del contratto con l’immobile commerciale (9%). Tra i 2.900 punti vendita stimati dal Centro studi Confimprese si evidenzia l'attività di alcune grandi aziende e alcune insegne più piccole ma di prospettiva. 

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Le aperture food retail previste nel 2023.

Nella ristorazione si distingue il gruppo Cremonini che apre 50 locali a marchio Roadhouse Grill con 420 addetti. 101 Caffè ne stima 32 con 68 addetti alla vendita, Vera (Cremamore, Portello Caffè, Ristò, Rom’antica) 18 punti vendita e 120 addetti, Penta Group (La Yogurteria) 16 locali e 54 assunti, Lagardère travel retail Italia (Beercode, Bontà, Briccocafé, Moak, C. Coffee Lovers, Culto, deCanto, Emporio del grano, Homeburger, Natoo, Ristop, Rustichelli & Mangione, Aelia Duty Free, Relay, I Dolci di Agata, La Bottega dei Sapori, Scirocco), ha in programma l’apertura di 14 locali per un totale di 180 nuovi assunti. Lowengrube 8 birrerie e 165 addetti, Propositum (Capatoast) 6 punti vendita per 82 assunzioni. Un brand di piccole dimensioni, che ha già all’attivo 7 punti vendita e sta crescendo grazie alla peculiarità dei suoi prodotti, la Cannoleria Siciliana, ne aprirà altri 4, di cui 3 a Roma e 1 a Milano.

 

 

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