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Fipe contro il dumping contrattuale: più tutele per i lavoratori
Affinché la ristorazione rimanga un settore attrattivo, competitivo ed equo, Fipe ha presentato al Cnel il rapporto sul dumping contrattuale. Si tratta di un vero e proprio manuale utile a fare chiarezza e contrastare una delle principali distorsioni del mercato del lavoro nei pubblici esercizi. Perché se è vero che il CCNL della federazione è il più diffuso, nel tempo si è passati dai 6mila contratti pirata del 2021 agli attuali 30mila circa.
Contro il dumping contrattuale, Fipe si appella a imprese e Governo.
Il rapporto dell'associazione di categoria, quindi, è stata l'occasione per evidenziare la proliferazione dei CCNL nel settore, con le conseguenti gravi differenze contrattuali e retributive che li caratterizzano. A partire dalla "teoria della sottrazione", ossia l'economicità dovuta alla riduzione di tutele e diritti. Un esercizio "che rende questi contratti solo apparentemente più convenienti, esponendo le imprese che le adottano a pesanti sanzioni e togliendo diritti ai lavoratori, spazio alla leale concorrenza, attrattività al settore e valori al lavoro", ha commentato Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe. Per questo, in un momento difficile per il settore (come dimostrato anche dall'ultima indagine di Confimprese relativa a giugno 2025), l'obiettivo è quello di combattere il dumping contrattuale. "Il nostro impegno si articola su due fronti: un’intensa attività di sensibilizzazione delle imprese sui rischi legali ed economici di queste pratiche e la richiesta di interventi più decisi da parte degli organi di controllo. Solo attraverso un’azione coordinata tra informazione e vigilanza possiamo garantire legalità e tutele adeguate per tutti i lavoratori del settore", ha specificato Riccardo Orlandi, Presidente Aigrim.
I rischi del dumping contrattuale nella ristorazione.
Come emerso dalla presentazione del Manuale sul dumping contrattuale nei pubblici esercizi, le imprese che scelgono scorciatoie contrattuali rischiano gravi conseguenze sanzionatorie, sia in termini economici che reputazionali, come dimostrano le recenti sentenze della Corte di Cassazione e gli interventi dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro. L’Ispettorato, in particolare, ha più volte sottolineato la possibilità di contestare alle imprese una violazione del principio di buona fede nell’applicazione del contratto collettivo, con effetti anche in sede di verifica contributiva, retributiva e previdenziale e il conseguente recupero delle differenze contributive e retributive applicate. Per questo, il manuale, disponibile online sul sito di Fipe, offre un quadro giuridico aggiornato e strumenti operativi per riconoscere e contrastare i contratti non rappresentativi, con l’ambizione di favorire un cambio di passo culturale, oltre che normativo.