Gli alimenti surgelati si confermano un alleato in cucina, come dimostrano i dati IIAS, che chiede un cambio di passo per la loro diffusione nel fuoricasa. In questo canale, che comprende sia la ristorazione classica che quella collettiva e le vendite door-to-door, il consumo di questi prodotti ha toccato quota 377.680 tonnellate. Una cifra stabile rispetto allo scorso anno (+0,1%) per in valore che si attesta a 1,8 miliardi di euro.
Come riportato dall'Annual Report dell'Istituto italiano alimenti sugerlati, nelle abitudini degli italiani ormai i prodotti sotto zero hanno conquistato una significativa presenza, tanto da risultare in controtendenza positiva rispetta alla diminuzione degli acquisti alimentari. Sono infatti un milione le tonnellate consumate nel 2024 in Italia, +2,3% rispetto al 2023, per un consumo pro-capite di 17,5 chili. Gran parte avviene fra le mura domestiche (652.643 tonnellate, +3,1%) a seguire il consumo fuoricasa. "Il 2024 ha confermato l’apprezzamento dei consumatori verso un comparto che oggi è emblema non solo di praticità d’uso, ma anche di sicurezza, qualità, bontà, convenienza economica e valenza antispreco. La somma di questi elementi ha favorito l’aumento complessivo del frozen food", ha spiegato il presidente IIAS, Giorgio Donegani.
A valore, quindi, il totale mercato dei surgelati in Italia ha raggiunto i 5,7 miliardi di euro (+1,8%). Traguardo che potrebbe essere ulteriormente ritoccato al rialzo nel momento in cui venissero meno alcune restrizioni legate all'utilizzo e alla diffusione del frozen food nel fuoricasa. Due le priorità su cui Iias chiede l'intervento del legislatore. "La prima è quella relativa ai Criteri ambientali minimi, che stabiliscono i criteri sostenibili che gli alimenti devono soddisfare per poter essere acquistati dalle Società che gestiscono gli appalti per la ristorazione pubblica collettiva: criteri che oggi risultano limitanti nei confronti degli alimenti surgelati, rispetto ai passi in avanti effettuati dal settore in termini di sostenibilità e alle loro valenze anti spreco - ha sottolineato Donegani - La seconda priorità riguarda l’eliminazione dell’obbligo di indicare con un asterisco la presenza di prodotti surgelati nei menu della ristorazione: un obbligo che oggi più che mai risulta anacronistico e penalizzante, non rispondendo alle esigenze di una ristorazione moderna, che ha assoluto bisogno di utilizzare il prodotto surgelato per garantire sicurezza, qualità e ridurre gli sprechi".
Guardando più da vicino alle merceologie frozen commercializzate, sul podio dei consumi si posizionano i vegatali (300mila tonnellate nel canale retail, +1,9% in un anno), le patate (100mila tonnellate) e il prodotto ittico (97.000 tonnellate). Giù dal podio, spazio alle pizze (quasi 70mila tonnellate), i piatti pronti (66mila tonnellate), le specialità salate (30mila tonnellate) e il boom dei prodotti senza glutine, che hanno toccato 9mila tonnellate. "Come dimostrano i dati del report - ha concluso Donegani - sono molteplici e diverse le ragioni alla base dell’aumento del consenso rispetto agli alimenti surgelati. Quest’anno abbiamo voluto valorizzarne meglio una in particolare: la forte valenza antispreco. Dei 667,4 grammi di cibo che ogni italiano getta via ogni settimana, solo 14,9 sono prodotti surgelati". Un dato che aumenta l'appetibilità anche per la ristorazione, sempre alla ricerca di soluzioni capaci di non intaccare i margini economici ed elevare standard si sicurezza alimentare e qualità gastronomica.