Il 2025 si apre in campo negativo per i consumi monitorati dall'Osservatorio Confimprese-Jakala: -0,5% a valore a gennaio, a cui non hanno contribuito i saldi. La fiammata registrata nella prima settimana dell'anno, infatti, non si è mantenuta durante il mese, facendo sfumare le aspettative dei retailer su un’inversione di tendenza dei consumi. E ne risente anche la ristorazione: -1,8%.
Il calo dell’inflazione a livello generale non si è tradotto, secondo lo studio dell'associazione di categoria, in un aumento della spesa. Una conferma della prudenza che detta le scelte e le abitudini di consumo degli italiani, improntate alla ricerca della convenienza. Il potere d’acquisto è influenzato dalla preoccupazione dei rincari energetici cui le famiglie devono fare fronte e dall’ombra dei dazi americani, che lasciano poco spazio alle spese di beni superflui. Nei settori merceologici i migliori trend arrivano da abbigliamento-accessori che fa segnare un +3,2%, supportato dal brillante inizio dei saldi invernali. Grande volatilità e risultati al ribasso sia per la ristorazione a -1,8% e sia per altro retail, che registra un pesante -7%, fortemente impattato da un inizio difficile per i settori legati a entertainment, casa e beni durevoli. Migliori gli andamenti per le attività di servizi che chiudono con il segno positivo.
Con riferimento ai canali di vendita da segnalare una migliore performance dei centri commerciali a +0,2% e un calo che si protrae già da qualche mese delle high street che chiudono a -2,3%. Poco sotto la media, invece, i negozi di prossimità e il travel. Quanto alle aree geografiche i rendimenti migliori si registrano al Centro +0,3%, mentre continua la debolezza del Nord-est a -1,2%. Nella media Nord-ovest e Sud.
"Inizio 2025 apparentemente a tinte alterne - ha spiegato Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimprese - La lettura degli andamenti in corso conferma le previsioni di un anno complesso con consumi deboli e forte attenzione dei consumatori alla convenienza e al risparmio sulle spese discrezionali. Evidenza confermata, e parrebbe strano a prima vista, dalle buone performance del settore abbigliamento, frutto però dalla volontà dei consumatori di acquistare in saldo e cercare appunto la convenienza, confermata anche dai dati negativi su ristorazione, entertainment e beni durevoli. Un quadro quindi che ci conferma un 2025 con consumi deboli e stimolati solo dalla possibilità di acquistare in promozione o a prezzi interessanti".