Getir-Just Eat, la partnership fra i due player delivery prende il via. Così, oltre tre milioni di clienti potranno accedere a un portfolio di 2mila prodotti. L'accordo fa parte di un'alleanza paneuropea tra i due colossi digitali con l'obiettivo di rendere la consegna della spesa a casa ancor pià accessibile e conveniente; anche in altri mercati oltre l'Italia come Germania, Regno Unito, Francia e Spagna.
Più nel dettaglio, l'accordo fra l'azienda pioniera del quick-commerce e la piattaforma di ordini a domicilio integra l'intero portfolio di prodotti Getir all'interno di Jus Eat, mentre le operazioni di consegna saranno comunque effettuate dai rider in giallo-viola. "Siamo molto felici di annunciare questa partnership anche in Italia, che ci vedrà collaborare con uno dei più grandi player di delivery in un accordo win-win che premia non solo le due aziende coinvolte, ma anche e soprattutto il cliente finale", ha commentato Davide Tronzano, managing director per Getir in Italia.
La partnership sarà attiva nelle tre città in cui Getir è presente in Italia, ovvero Milano, Roma e Torino. Piazze da tempo presidiate da Just Eat: "Questa partnership consentirà ai nostri clienti di accedere, oltre all'ampia offerta ristorativa disponibile sulla nostra piattaforma online, anche a moltissimi prodotti di uso quotidiano ampliando ulteriormente il ventaglio di servizi a disposizione dei nostri consumatori”, ha dichiarato Daniele Contini, country manager di Just Eat Italia.
L'operazione arriva in un momento di passaggio per il food delivery. Dopo la sbornia da lockdown, quando le consegne a casa erano l'unico salvavita per molte insegne della ristorazione e i loro clienti affezionati, il mercato delle consegne a domicilio ha visto l'arrivo prepotente delle aziende di quick commerce. Un modello di business nuovo e che ha dovuto far fronte ad alcune battute d'arresto (come dimostra il caso Gorillas), consolidamenti (la stessa Gorillas è poi entrata a far parte di Getir) e rilanci (proprio in questi giorni Getir ha dato avvio a un'importante campagna pubblicitaria a Torino). Il tutto nella speranza che la stretta sui dark store avviata in alcune città eruopee (l'ultima caso è quello di Barcellona) non si allarghi troppo, mettendo a rischio uno degli asset principali del commercio rapido e del delivery in generale.