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Acqua minerale, stile e qualità (organolettica) al ristorante
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Maniva, fascino Vintage per la personalizzazione.
Nell’ultimo triennio, il gruppo Maniva ha registrato un incremento a due cifre del fatturato che ha superato i 30 milioni di euro grazie alla vendita di 200 milioni di bottiglie. Particolare importanza ricopre il canale Horeca che, seppure in lieve flessione, vale circa il 60% dei ricavi. Per questo l’azienda ha presentato la nuova bottiglia personalizzata in vetro Vintage Maniva (formato da un litro nelle tre versioni naturale, frizzante e leggermente frizzante) che "andrà progressivamente a sostituire la bottiglia di pari capacità presente attualmente in commercio. Si tratta di una bottiglia mainstream studiata particolarmente per la ristorazione che va a completare il range di offerta introducendo sul mercato del vetro a rendere una delle pochissime bottiglie personalizzate da un litro, dall’estetica distintiva e senza tempo, in forma conica, con le caratteristiche costolature sul fianco e la scritta Vintage in rilievo sotto l’etichetta", spiega Michele Foglio, ad di Maniva.
D’altronde, l’acqua minerale non è più un prodotto banale e indifferenziato come lo era fino al decennio scorso. Oggi, attraverso le sue caratteristiche e il suo packaging questo prodotto "è obbligato a entrare in sintonia con la personalità di chi lo consuma, soprattutto nel fuoricasa", ammette Foglio. Così temi come esclusività, benessere, responsabilità ambientale diventano tutti fattori che fanno e faranno sempre più parte dell’orientamento del processo d’acquisto (che si può declinare anche sui brand Chef Maniva, AQ Balda e Verna). E quelli su cui puntare per reggere la sfida degli erogatori: "Il fenomeno si sta allargando - concorda Foglia - e possiamo di fatto considerarlo uno dei fattori che stanno determinando il rallentamento dei consumi di acqua minerale nella ristorazione. Da più parti e in più occasioni si sostiene che l’acqua microfiltrata non sempre garantisce un buon servizio alla clientela, avendo riscontrato che dopo il trattamento può perdere i requisiti di potabilità e che spesso il livello di pulizia dei contenitori è al di sotto di standard minimi. Di fatto registriamo che il più delle volte non c’è chiarezza sul tipo di acqua che viene servita alla clientela".